Sabato 24 gennaio 2004 – E – Da Fiuggi a Piglio.
Insperatamente, dopo la nevicata del giorno prima, un sole sfavillante ha accompagnato i dodici coraggiosi escursionisti (le defezioni dell’ultimo minuto non sono passate inosservate!), inaugurando le passeggiate del 2004 nel segno di Elsa (che, pur lontana, evidentemente si è concentrata per noi). Procedendo nella tersa aria frizzante abbiamo incontrato candide greggi, pozzanghere ghiacciate, stalattiti di Boemia, fontanili di cristallo, addirittura il carsico laghetto di Volubro gelato: commossi di fronte a tale poetico spettacolo non abbiamo saputo resistere…ed abbiamo fatto merenda. Proseguendo sul Percorso Natura, affacciato sull’ampia valle del Sacco, ed ignorando disinvoltamente gli attrezzi ginnici che suggerivano volteggi e piegamenti, nel boschetto di conifere abbiamo raccolto la pudica, candida confessione di Lucilla (“a me piace tanto romperle!”), con equivocabile riferimento alle pigne del cedro dell’Atlante, che si sfaldano come roselline. Si era intanto fatta una certa e, già in vista di Piglio, ci accingevamo al nostro pranzo al Sacco, che confermava a Peppe la svolta etilica consumatasi a dicembre nello spirito di Monteoliveto: Chianti, Rosso del Conero (omaggio al Baldini) ed una certa euforizzante acqua minerale portata dal succitato Peppe.
Ripreso il cammino, puntavamo verso il paese avanzando sul fogliame croccante per il gelo mentre il sole declinante addolciva tutti i colori.
L’ accentuato senso della proprietà dei cistercensi di San Lorenzo aggiungeva un po’ di mordente alla conquista della meta. E proprio alla fine, ma questo non ditelo a nessuno, quasi ci perdevamo in paese, nel tentativo di raggiungere l’automobile.
Pranzo sociale (25 gennaio)
Libiàm…
Assai più numerosi che all’ escursione del giorno prima (chissà perché) i soci convenivano in quel di Decima per partecipare all’ormai rituale cerimonia della presentazione del nuovo calendario (no, non quel genere di calendario).
Qui, nell’antica valle di Perna, i convenuti libavano abbondante vermiglio licor e sacrificavano indigeni abbacchi ed umili pastefacioli al dio dei peripatetici (nel senso buono del termine). Peppe, ancora lui, auspicava di ribattezzare l’ associazione Gastroiris o Enoiris e, discepolo della indimenticata Silvia (che pativa gli intervalli fra una sosta e l’altra), celebrava la finalmente realizzata escursione ideale: minima camminata (dal parcheggio al tavolo da pranzo) tanta magnata.