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Una forte speranza di cambiamento

Redazione

lbaldini


Una forte speranza di cambiamento. Memorial Rita Atria 2021


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Roma, 27 luglio 2021


Fa caldo a Roma e quando ci ritroviamo alle 16,30 su via Tuscolana davanti all’ex deposito Atac il sole picchia ancora duro.
È qui che Libera del VII municipio, in collaborazione con tante realtà associative del territorio, ha dato appuntamento per iniziare il memorial Rita Atria.
Andrea, il coordinatore del presidio di Libera, spiega che quest’anno si è deciso di portare la memoria di Rita Atria per le strade del quartiere passando per i tanti luoghi in cui l’assenza delle Istituzioni ha provocato e, a volte provoca ancora, disastri. Disastri come nel tragico caso del mancato supporto ad una ragazza siciliana lasciata troppo sola.
Il 26 luglio 1992 Rita Atria si uccide dopo la strage di via D’Amelio. Il magistrato Borsellino e la sua scorta vengono fatti saltare in aria da una bomba della mafia e  Rita, testimone di giustizia di nemmeno diciotto anni, si sente perduta.
La sua è una famiglia mafiosa e lei, dopo l’uccisione del fratello Nicola, segue le orme di sua cognata Piera Aiello e collabora con la giustizia. È così che incontra Paolo Borsellino, il magistrato per lei diventa quasi un padre. L’uccisione di Borsellino la sconvolge e lo Stato non è in grado di darle il giusto supporto. Rita si uccide a Roma, dove vive in incognito, gettandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia.
Davanti all’ex deposito Atac, abbandonato per troppo tempo e testimonianza palese dell’insipienza di tanta nostra classe dirigente, Paolo Montanari, la nostra guida, e un rappresentante dell’Anpi Appio illuminano tratti importanti della storia di questa zona e raccontano i drammi dell’ultima guerra. Passando per piazza Ragusa e per via della stazione Tuscolana ci avviamo verso i capannoni sede dell’associazione Scup.
I marciapiedi sono pieni di immondizia e la vegetazione spontanea ha dimensioni tropicali: tutto, attorno a noi, trasmette incuria e degrado.
Davanti a Scup ci attende un rappresentante di quest’ultima che ci racconta la storia dell’associazione, il duro sgombero della loro prima sede e la fatica immane per ridare dignità a questo luogo abbandonato. Oggi Scup utilizza questi spazi enormi restituiti alla comunità sviluppando, tra le mille difficoltà imposte dalla pandemia, numerose attività culturali e sportive. Da qualche mese si parla di un piano di recupero della zona, il timore, molto concreto, è che si tratti dell’ennesima speculazione edilizia.
Dopo un’apprezzata pausa con tanto di bibite rinfrescanti, riprendiamo la camminata e raggiungiamo gli archi dell’Acquedotto Felice. Via Casilina vecchia con un formidabile percorso a zig zag si insinua tra le alte arcate in mattoni e l’intrico di fasci ferroviari che contraddistingue la zona.
Siamo entrati in un altro mondo e, di fronte al bel giardino curato (benissimo) dal comitato di quartiere del Mandrione, Paolo ci parla dei bombardamenti e distruzioni dell’estate del 1943, di arcate di acquedotto trasformate in abitazioni, di Pasolini e del genocidio culturale che lo scrittore denunciava.

Proseguiamo su via del Mandrione e poi, con un vicoletto che si inoltra tra alti muri di quelle che erano baracche e che ora sono diventate villette, ci ritroviamo su una rampa che scende a via Assisi. Linde palazzine  si alternano a costruzioni abbandonate. Emblematico il caso di un  caseggiato di via Assisi. L’ex cartiera dell’Ente per la Cellulosa e per la Carta versa in condizioni di degrado assoluto. Dopo la messa in liquidazione dell’ente proprietario, l’immobile fu occupato e divenne centro di spaccio e fonte di tensioni continue con gli abitanti della zona. Dopo dieci anni, nel 2015, lo sgombero. Oggi è tutto chiuso, ma è tutto desolatamente vuoto e devastato.
In pochi minuti siamo in viale Amelia e al giardino dedicato a Rita Atria. Proseguono le letture di alcune pagine del diario di Rita.
Ai ragazzi dei campi estivi di Libera si aggiungono, anche con momenti di commozione, gli interventi dei rappresentanti dell’ANPI Appio, dello SPI CGIL VII Municipio, di Pop!, della Rete CinEst, dei Cittadini di Viale Amelia e di ComunitAppia. Al centro del giardino di Viale Amelia c’è una targa con su scritto: “La Verità vive. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare? Se ognuno di noi prova a cambiare forse ce la faremo”.
Ormai si fa sera, il caldo è meno asfissiante, mentre lasciamo viale Amelia con la tristezza nel cuore del ricordo di una giovane morta troppo presto, si fa più forte la speranza di un cambiamento che i nostri giovani meritano.

Luciano B.

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