racconti dalla quarantena: resoconti di giornate fra cucina e soggiorno percorrendo viaggi fantastici o meno.
Roma, 2 aprile 2020
In questo strano silenzio, interrotto dai continui richiami del cellulare che annuncia l’ennesimo messaggio di uno dei trecento gruppi whatsapp (con i ragazzi della classi, con i colleghi dei consigli di classe, con il Dirigente, con l’intero collegio docenti, con i colleghi di lettere, con gli ex colleghi, con quelli delle commissioni di scuola, con la famiglia ristretta e con quelle allargate, con gli amici di bevute, con quelli della palestra, con quelli di Arcoiris, ecc. ecc. e meno male che il mio è un cellulare intelligente e non manda segnali se non sono vicina…) ieri, per interrompere la monotonia della didattica a distanza, sistemavo il letto e, all’improvviso, una gradita novità. Dal cortile del condominio giungevano voci e risa di bambini. Mi sono subito interrotta, affacciata al balcone e: meraviglia delle meraviglie, quattro bimbi dagli otto ai due anni giocavano in giardino, correvano sull’erba e ridevano improvvisando ricerche di fragoline fra i cespugli o duelli con le spade. Sono tutti figli di un’unica famiglia, incredibile, ma vero. Certo una famiglia di una comunità neocatecumenale, giusto loro, ormai, fanno tanti figli, ma che gioia vederli (nell’epoca precoronavirus) tutti pronti la mattina vestiti e sistemati intorno alle 8:30 quando vanno a scuola o al nido e io mi chiedo “A che ora si sveglieranno mamma e papà per prepararli?”. La gioia che ho provato, ieri, nel sentirli e poi vederli è stata immensa e mi ha riempito il cuore, ha illuminato la giornata. La madre mi ha detto “Dopo dieci giorni non ce la facevo più a tenerli in casa, c’è solo un balcone in cui arriva il sole, ma è stretto, non c’entrano”, poi, preoccupata, ha visto il nostro giardiniere che si avvicinava per controllare il suo lavoro e si è domandata se fosse arrivato per sgridarli. Meno male che in serata hanno detto che un genitore con un figlio minorenne può uscire per una breve passeggiata vicino casa. Anche questa apertura è stata interpretata in modo diverso e poi sono arrivate le precisazioni, però voglio credere che oggi quei bimbi siano gli stessi che ho visto dalla finestra correre nel parco sotto casa…
Caterina