racconti dalla quarantena

Din don

racconti dalla quarantena: resoconti di giornate fra cucina e soggiorno percorrendo viaggi fantastici o meno.


Viaggio all’interno di casa mia in ottanta (speriamo di no) giorni (7)

Roma, 31 marzo 2020

” Onda, ondina va! 
il Palio si vincerà
e quando in cielo saliranno le bandiere
l’onda prima giungerà nelle carriere.” 

L’anima di ogni casa è fatta dagli oggetti che custodisce e la caratterizzano. I mobili, i libri, gli impianti più o meno tecnologici, i quadri, le stoviglie, i tessuti, è questo e altri mille oggetti che, in un impasto esclusivo, fanno la nostra casa. È un po’ come per le persone.
Paolo Rumiz, con un’espressione tanto asciutta quanto evocativa ha scritto: “noi siamo tutti coloro che abbiamo amato”. Nelle stanze che questi giorni sono divenute gabbie e culle allo stesso tempo, abbiamo reso sostanza quelli che abbiamo amato e che continuiamo ad amare. Ogni oggetto rinvia ad una storia, ad un episodio, ad una fase della vita, lo fa in modo scoperto ed immediato o la porta sepolto dentro di sé.

Le sedie, queste sedie color noce, massicce, modellate tanti anni fa da un gusto che non sapeva scegliere tra arzigogolate rotondità e semplici linearità, queste sedie invadono la sala con la foga gioiosa dei canti del Palio. Iliana ce le regalò perché per lei e per la sua casa erano divenute troppo pesanti e ingombranti. Ora, oltre a svolgere il loro compito, sebbene le sedute di corda intrecciata accusino le “ingiurie del tempo”, raccontano storie di sguardi dolci e di appassionata ospitalità, di innamoramento per i propri luoghi e la propria famiglia, di devozione all’amicizia. E insieme alle grida dei contradaioli, in sala, si manifesta quella tavolata sul prato del giardino di Iliana. Lì, alla base di un palazzo cresciuto all’incontrario, al riparo di un’ombra rifugio dal caldo torrido di luglio, la ribollita si condiva con i racconti, le burle, la vita di amici speciali. Ci trasmettevano, invadendoci di  emozioni, un pezzo del loro vissuto con un altruismo che non potremo mai dimenticare. Siena in quei giorni regalava giornate prodigiose, la città esibiva e donava storia, passione, cultura, noi riempivamo il nostro zaino di vita. 

E sì, incessante la campanella della contrada vincitrice fa din don e le bandiere sventolano nel cielo … della sala.

Luciano B.


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