Un po’ di Te – parte 7
Settima parte del “resoconto” di percorsi montani effettuati a cavallo del duemila. Giuseppe M., qualche anno fa, aveva raccolto in un libricino le composizioni di Gualtiero e le aveva corredate con le relative foto. Per ogni trekk annuale, viene messa online una pagina.
2001 – Vanoise
Foto di gruppo
Della ciurma, assoldata da Luciano,
Elsa è di certo la protagonista:
da lei dipende il tempo al monte o al piano
dei nostri conti aggiorna ognor la lista.
Poi vien Lucilla che ci garantisce
seconda colazione e pranzo al sacco:
procura tè o caffe, quando finisce,
“e de biscotti, aoh, c’è solo un pacco!”
Franco ha nel gruppo il ruolo di vedetta:
leggero e lesto sale fra i tornanti,
fìnché non mette i piedi sulla vetta
e aspetta con pazienza tutti quanti.
Il bello della tappa è quando arrivi:
ognuno puzzolento allor si sdoccia
e Tony innalza al ciel canti giulivi,
senza pensà se questo agli altri scoccia.
Peppe e la sua borsetta è sempre il prim
quatto e veloce scende dal dortuà,
entra nel bagno; e presto odor di timo
esala; e mirra; e altre volutta.
Cala la sera e siamo tutti a cena:
di zuppa ce n’è sempre in quantità
e il suo calor lenisce ogni tua pena:
ci inzuppi il pane fino a sazietà.
A luci spente ti fìcchi nel lenzuolo,
un sonno prepotente e lì che bussa:
ti immagini angioletti in fitto stuolo,
ma c’è chi gia profondamente russa.
Risvegli lenti
Nel dormitorio, è costumanza antica
che in fretta e furia, ma con gran fatica,
verso le sette il randonneur si levi;
e lo zaino riassetti in tempi brevi,
per metterlo di poi sopra le spalle
e scendere silente nella valle,
mentre forte nel cuore è la speranza
di intraveder stambecchi e figliolanza.
Ma per Tonino e Nadia – il fatto è certo –
duro è il risveglio: è come un colpo, inferto
ai riposanti sogni incantatori,
atti a lenir vesciche, guai e dolori
che il giorno prima (ahi che dannazione!)
aveano martoriato l’escursione.
“Nadia, datte ‘na mossa!” – fa Gualtiero,
mentre già il sole brilla lusinghiero.
“Tonino, forza!” – è il coro dei compagni –
“Viè fuori finalmente da quei bagni!”
Peppe – tranquillo – invita alla clemenza:
“pe’ un nuovo randonneur ce vo’pazienza”.
Morale
Sempre in un gruppo c’è chi non ha fretta,
ma il fatto fa incazzar chi intanto aspetta…
Che notte al Fond de Fours
Che notte quella notte
– al rifugio “Fondefour”,
luccicanti stelle, a frotte,
– mi invitavano all’amour;
ma nel trekking, è risaputo,
– far I’amore non si può;
e perciò solingo e muto
– fra le stelle me ne sto:
la Grand’Hourse e tutta in festa,
– sfolgorante è la Polare…
Ma laggiù sulla mia destra
– c’è Nerone a pascolare
e quegli astri scintillanti
– con dolcezza li rimira,
se li abbraccia tutti quanti
– E di poi lo sguardo gira…
Nel vedermi a far pipì
– s’è sorpresa un po’ la fiera:
“Ma che fa quell’uomo lì”
– e corre a me di gran carriera -.
Io il pisello a mala pena,
– che già lieto gorgogliava,
lo rinserro; e per la schiena
– il sudore mi grondava.
Che farà sto maledetto
– sussurravo fra di me;
e un terribile sospetto
– mi faceva avanti e indré.
Voi vede che dopo il pasto
– si vuol fare un digestivo?
E’ un momento un po’ nefasto
e non so se ne esco vivo…
Ecco che con gesto ardito
– mi annusò fra i pantaloni;
io, rimasto un po’allibito,
– vidi a rischio i miei coglioni.
Ma Nerone, che è un gourmàn
(e lo meglio ognor desia),
mi leccò solo la man
– ma non c’era frenesia…
Mi squadrò con sufficienza
– e di botto sentenziò:
“Ehi, panzone, con licenza
– preferisco la Colò”.
Gualtiero